Non lamentiamoci più di tanto se questo Governo ci tartassa. Dovevamo ricordarlo! L’aumento delle tasse che Prodi ci impone “pro domo sua” vengono da lontano. Un solo esempio, (testimonianza diretta). Verso la metà degli anni ‘80 la multinazionale dell’elettronica Olivetti era in forte crisi, specialmente nel campo dell’export. Essa lamentava un deficit enorme a causa dell’incremento del costo del lavoro. Poiché in quel frangente non si poteva procedere alla svalutazione della moneta, la triplice sindacale d’accordo con la dirigenza delle poste italiane che all’epoca era statale (con un bilancio allegato), escogitò l’acquisto di centinaia di migliaia di telescriventi e di grossi elaboratori per i Centri elettronici di smistamento della corrispondenza e dei bollettini di conto corrente, da assegnare ai vari uffici postali che col ministro democristiano Gava andavano proliferando sul nostro territorio. Era il periodo in cui l’Italia, rispetto ad altri Paesi europei, stava rilanciando la sua economia a seguito dei famigerati piani triennali che di volta in volta venivano predisposti nelle Leggi finanziarie.
Orbene queste apparecchiature, propagandate come futuriste, ma che nei fatti erano già obsolete, vennero acquistate in diversi Paesi della Comunità, principalmente dalla Germania che a sua volta le assemblava da pezzi provenienti da Paesi extracomunitari.
Gran parte di queste apparecchiature non vennero mai installate negli Uffici. Difatti in anni successivi, a seguito di una ispezione presso i sotterranei del Ministero delle Poste, furono rinvenute centinaia di apparecchiature elettroniche provenienti dall’Olivetti, mai usate, integralmente imballate e lasciate ad “ammuffire” in quegli scantinati.
A cosa era servito questo immenso investimento che provocò una inchiesta giudiziaria, insabbiata, dove fior di sindacalisti erano implicati in questo scandalo se non a spacciare per rilancio economico quello che in effetti fu il primo aiuto di Stato per l’insipienza politica e manageriale? Anni dopo la stessa cosa avvenne con la Fiat, che col ricatto dei licenziamenti e della cassa integrazione, costringeva i Governi a creare il sistema della rottamazione.
Dunque carrozzoni pubblici con boiardi di stato pronti a raccattare denaro pubblico attraverso la pressione fiscale per allargare il potere politico di intermediazione ed aumentare le clientele elettorali. Oggi, a distanza di quattro lustri è confermato da uno studio della Cga di Mestre che rileva la fine che farà buona parte della stangata fiscale: il “rinforzo” a quel sistema statale, funzionale agli interessi di buona parte della sinistra.
Oibò, chi ci ritroviamo ai vertici istituzionali del nostro Paese? Due sindacalisti di rango dell’epoca.
Tutti in fila e zitti signori, questo è il momento dell’egemonia della “piazza”.
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